Legno flottante
Prima o poi, quando un albero in prossimità della riva di un fiume invecchia e si decompone, cade nel fiume. Lo stesso vale per i ceppi di radici o i cespugli che finiscono nei corsi d’acqua quando le rive vengono sommerse durante le piene. Mentre in passato questo legname veniva sempre rimosso, oggi sappiamo quanto è importante per la biodiversità. La reintroduzione di strutture in legno in determinati punti del corso d’acqua è un intervento senza dubbio prezioso dal punto di vista biologico, queste forniscono infatti cibo e un habitat articolato per diversi organismi acquatici.
Per gli animali che vivono sul fondo dei corsi d’acqua è particolarmente importante la superficie di contatto tra l’acqua e il legno. Qui si verificano infatti numerose interazioni e processi biologici
Nell’ambito del progetto Legname d’alveo, il legno flottate è stato introdotto attivamente nei corsi d’acqua di quattro località in Sudtirolo. Per ragioni di efficienza e considerazioni ecologiche, questo legname non è stato abbattuto appositamente e trasportato per chilometri, ma prelevato direttamente dalle rive.
Un tronco d’albero è molto stabile come elemento strutturale in un corso d’acqua, ha molto volume di legno e impiega molto tempo a decomporsi, favorendo così il processo di rinaturalizzazione. D’altra parte, la superficie di contatto dei tronchi d’albero è inferiore rispetto a quella delle radici, dei cespugli e dei rami. Pertanto, in ogni sito del progetto si è cercato di introdurre diversi elementi in legno nelle rispettive sezioni dei corsi d’acqua.
Quattro punti di intervento in tutto l’Alto Adige
Nei tratti di intervento in quattro diversi corsi d’acqua sudtirolesi sono stati introdotti elementi in legno morto e si sono effettuati campionamenti: nel corso inferiore del Rio Inferno presso Termeno, nell’Adige nei pressi di Lasa, nel Rio Anterselva a valle della località Bagni di Salomone e nel Talvera a valle di Sonvigo.